Espone per la prima volta al pubblico le sue opere di pittura astratta, incoraggiata dal successo con collezionisti privati in Francia.
Un passato importante nel figurativo come stilista e costumista è rivelato dal tratto fine e leggero, la tavolozza fresca e solare ed un uso accorto del disegno nell’accostamento delle geometrie. La prima opera astratta importante è un unicum nella sua produzione, è un quadro bellissimo senza titolo, eseguito guardando a Boccioni, di una foga creativa straordinaria e caratterizzato da pennellate decise e rapide come in un dipinto futurista, con un uso sorprendente dei bianchi e dei rossi.
Seguono due gruppi di opere, composizioni geometriche le prime, paesaggi astratti le seconde, Nei primi, l’astrattismo si pone come strumento di ricerca di un equilibrio sicuramente estetico ma soprattutto interiore, veicolo di sintesi di emozioni reali ove la pittura racconta un legame forte di amore e sessualità tra uomo e donna, di continue riscoperte fisiche e mentali tra individui complementari e inseparabili.
Le geometrie si allontanano dai canoni tradizionali , dal mondo delle pure emozioni e dalla soggettività dell’interpretazione, per toccare le corde di un romanticismo dichiarato.
Triangolo e cerchio, piramide e sfera, oggettivazione dei due sessi, si libera da ogni rigore e fissità e vanno a rappresentare, in combinazioni infinite, persone e momenti precisi evocando attraverso il colore memorie tangibili persino “materiche”, di incontri in luoghi magici, di giochi incredibili in spazi fantastici.
Nelle ultime opere, linee morbide sinuose subentrano ai “solidi geometrici”, evocando nuovi paesaggi dell’anima, forse congiunzioni sottili di corpi e profili, simboliche rivisitazioni di unioni carnali , in un misto di azzardo e pudore. La tecnica è sempre l’olio su tela e conferisce alla superficie pittorica vitalità, dinamismo e una profondità tutta metafisica.
Segni particolari: le superfici lunari e i loro stucchi, “addensanti” nello spazio sospeso dei solidi geometrici. Stupende le lune nere ed i loro “grumi arrabbiati”, segni inconfondibili di una femminilità misteriosa ed in continuo divenire. Quella di Patrizia Castaldi è una parentesi degna di nota nel mondo dell’arte contemporanea, così tormentato dal desiderio di sorprendere ad ogni costo e spesso luogo di grandi forzature. In questi dipinti domina il desiderio di un ordine immediato, perseguito mediante la semplice certezza delle linee geometriche e una sovente giocosa combinazione delle stesse.
La pittura si veste di luce chiarissima e comunica allo spettatore una fresca quanto inusuale spontaneità nel rivelare fantasie e desideri reconditi; la sua femminilità dirompente supera e converte l’astrattismo fine a se stesso in un linguaggio delle emozioni che punta dritto all’infinito.
Clara P. Natoli